Questo è stato uno dei miei primi viaggi che hanno destato in me l’interesse verso le etnie che ancora vivono in modo tradizionale e mi ha legato al concetto di camminare verso la realtà per conoscere e sperimentare in prima persona abitudini diverse, senza alcuna mediazione e senza conoscere la lingua.
“Odina Grosso è una viaggiatrice.
La costante spinta verso l’esplorare per conoscere genti e terre remote rispetto alla nostra realtà è il propellente che le fa sopportare estenuanti trasferimenti e condizioni di vita spesso al limite.
Fra le tribù dell’Africa come fra gli indigeni dell’ Irian Jaya e dell’Amazzonia, Odina porta con sé il bene più prezioso che un viaggiatore onesto e rispettoso può portare: se stessa.
Si è soliti dire che un viaggio porta una persona lontana da casa. Odina stravolge questo adagio. Ognuna delle sue immagini e delle parole che le descrivono consolidano in noi la certezza che questa viaggiatrice-fotografa ogni volta “parta per tornare a casa”, sia essa nel cuore dell’Africa o fra le cime del Tibet.”
Paolo Airoldi
Gli Himba sono un gruppo etnico di circa 12.000 individui che abita in una regione deserta chiamata Kaokoland, nel nord-ovest della Namibia, ai confini con l’Angola.
Sono una popolazione seminomade, che si sposta seguendo la disponibilità dell’acqua e del pascolo per le proprie mandrie.
Il loro insediamento tipico è formato da un gruppo di capanne, che circondano un recinto di animali.
Mentre gli uomini della tribù sempre più spesso indossano abiti di foggia occidentale, le donne continuano a preferire l’abbigliamento tradizionale.
Tale gruppo etnico scandisce i diversi passaggi della vita con una ricercata acconciatura, che cambia a seconda dell’età e del sesso.
Quotidianamente le donne spalmano corpo e capelli con una pasta di ocra, ottenuta mescolando la polvere ocra con del grasso animale, mentre gli uomini usano una pasta nera con la quale spalmano il collo e la parte superiore del busto.
Le mandrie hanno un’importanza fondamentale nella vita degli Himba, non solo dal punto di vista sociale, ma anche perché la carne di capra e il latte bovino sono la base della loro alimentazione.
Le varie fasi che contraddistinguono la vita di un Himba sono sottolineate soprattutto dalle diverse fogge delle pettinature, dalle collane, cinture e decorazioni per le braccia e le gambe che vengono indossate.
I bambini Himba hanno solo una sottile linea di capelli nel mezzo del capo, che gradualmente cresce fino a formare una coda che viene portata all’indietro. Al raggiungimento dell’età matrimoniale questa coda di cavallo viene suddivisa in due trecce e, dopo il matrimonio, i capelli vengono raccolti in un nodo, fermato da pezzi di legno, e coperto da pelle di capra.
Le bambine Himba hanna due trecce sulla fronte fino a dieci anni circa e dal momento in cui inizia lo sviluppo i capelli vengono sciolti e portati in trecce libere che pendono di fronte agli occhi.

Conchiglia bianca simbolo di fertilità (Ohumba)

Cintura dell’amore
Al raggiungimento del primo ciclo mestruale le trecce vengono raggruppate e legate in modo da lasciare la fronte scoperta. Da questo momento in poi ad una ragazza è concesso indossare la cintura dell’amore,
che indica ai giovani maschi della tribù la sua disponibilità al rapporto sessuale e l’ohumba, la tipica conchiglia bianca simbolo di fertilità.