Ottobre 2017 – Pakistan
Spedizione West Muztagh pass e Moni La
Gli escursionisti di montagna sul ghiacciaio del Baltoro difficilmente fanno una deviazione per salire al Moni La (5566 m) al confine cinese nonostante la vista di lassù sia spettacolare. Per questo queste immagini del Moni La sono molto rare.
(Testo (traduzione libera) e immagini sono tratti dal sito https://www.himalaya-info.org/index.htm)
Affrontare a 74 anni una spedizione ad alta quota comporta molteplici aspetti.
Sempre presente in me quello pratico, ma altrettanto importante è la preparazione interiore, perchè sarà questa a sostenermi nei momenti di maggiore difficoltà.
Una ventina di giorni prima incomincio ad imbastire quella che sarà la mia piccola casa per la durata del viaggio: un inseparabile zaino, più un grosso sacco da montagna, ormai malconcio, che ho fatto cucire a Katmandu, durante il mio primo viaggio impegnativo in montagna (Himalaya 1997, campo base Everest).
Il necessario dovrà stare entro i 30 kg.
Oltre all’indispensabile farò comunque saltare fuori lo spazio anche per quelle piccole cose che mi consoleranno nei momenti di sconforto e nostalgia: qualcosa di buono che sappia di casa.
Si dice che sia la prima donna al mondo ad aver attraversato il Moni La. Ma questo, per me, non è importante: il motivo di orgoglio che ne scaturisce non è dettato da un primato, bensì dall’avercela fatta a 74 anni, superando in un’unica spedizione due passi, a vivere per molti giorni in quota, tra cieli mutevoli e condizioni estreme, dove l’aria si fa sempre più sottile e sfianca.
Dal viaggio il libro
“Nel magico mondo delle montagne pakistane”
di Odina Grosso Roviera
edizioni Hever
Dalla prefazione del libro:
“…Questo libro non è soltanto un diario che racconta la propria vita, le difficoltà, le sensazioni e i pericoli corsi durante un estenuante percorso con portatori sulle splendide e impervie montagne pakistane, ma espreme anche le motivazioni, il travaglio interiore, la spinta tardo-romantica, l’amore per la natura, la curiosità umana ed etnografica che hanno reso odina protagonista di tante altre imprese e avventure…”
Maurizio Leigheb
etnologo, documentarista, giornalista e scrittore
“Questo libro è la testimonianza della tenacia e del grande spirito avventuroso di quella piccola donna banchettese in un’impresa così azzardata, calpestando un suolo sconosciuto e sfidando le forze spietate del regno del Drago.”
Un compagno di viaggi
Alcune righe…
Giovedì 21 settembre
“…e ancora giù, su questa zona di crepacci, terreno sassoso e ghiacciato sui passaggi obbligati studiati da Abdul.
Chissà se in questi momenti anche loro sono accompagnati da stati d’animo generati dall’apprensione, oppure sono tranquilli, vuoi per l’abitudine, vuoi per le esperienze e la confidenza con questo ambiente, visto che fin da piccoli camminano e attraversano fiumi e torrenti ghiacciati, manco a dirlo, scalzi…
Le prime testimonianze di esploratori in questi territori sono della fine dell’ottocento.
Col. Francis Edward Younghusband racconta nel suo libro “The Earth of Continent” dei suoi viaggi sulle montagne dell’Himalaya e della traversata del Muztagh Pass sul versante est e del fallito tentativo sulla rotta del versante ovest nel tentativo di trovare nuove vie di comunicazione tra la Cina, l’India e il Pakistan.
“…infine al tramonto raggiungemmo il ghiacciaio ai piedi del passo…Quei momenti in cui stavo in piedi di fronte al passo sono indimenticabili, momenti di intenso sollievo e di profonda gratitudine. Sentimenti indescrivibili, ma che sono noti a coloro che si sono posti grandi obiettivi e li hanno raggiunti…”
“The Earth of Continent”
Col. Francis Edward Younghusband
L’emozione nel raggiungere la vetta è duplice: la felicità e la soddisfazione di avercela fatta e, soprattutto, il senso di sopraffazione di una natura immensa e incontaminata a cui purtuttavia senti di appartenere pienamente.
Odina
Dal libro “Nel magico mondo delle montagne pakistane”:
“…A un certo punto vedo tutto il gruppo che ci sta aspettando … abbiamo raggiunto il passo … gli alpinisti pakistani celebrano il momento con un ballo collettivo…”
“…Facciamo campo un centinaio di metri più in basso, a 5600 metri. Arrivo stremata, anche per l’altitudine, ma nel liberare i piedi dagli scarponi, nel trovare il materassino gonfiato, nell’afflosciarmi nel calduccio del sacco a pelo pronto, mi chiedo cosa determini la differenza tra questa tenda e un lussuoso hotel a cinque stelle, perché me la sto godendo allo stesso modo!…”