IL MONDO HA UNA SOLA ANIMA

“L’antropologia porge all’uomo un grande specchio che gli permette di osservarsi nella sua molteplicità”

Clyde Kluckhohn (antropologo americano)

“Sono nata nel 1943 a Quarto d’Altino in provincia di Venezia.

Cresciuta a Muzzano, nel Biellese, alle pendici del Mombarone, vivo con la mia famiglia a Banchette.

Ho cominciato a viaggiare a cinquant’anni, su consiglio del mio medico, per curare una depressione.

Si dice che io sia la prima donna al mondo ad aver attraversato due passi, il West Muztagh Pass (5.735 m)  e il Moni La (5.566 m), in un’unica spedizione; ma questo, per me, non è importante. Il motivo di orgoglio che ne scaturisce non è dettato da un primato, bensì dall’avercela fatta – a 74 anni – a vivere per molti giorni in quota, tra cieli mutevoli e condizioni estreme, dove l’aria si fa sempre più sottile e sfianca.

Nei miei viaggi mi sono ritrovata al seguito di importanti esploratori, antropologi, vulcanologi e, in particolare, di Maurizio Leigheb, etnologo,  documentarista, scrittore e fotoreporter, a cui devo moltissimo.

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Spedizione dopo spedizione mi ha fatto comprendere in profondità il significato del viaggio. Da lui ho imparato anche ad accorciare la distanza con l’altro. Preziosi suggerimenti appresi osservando il suo modo di porsi, con il rispetto che sempre è dovuto, ma è indispensabile con popolazioni poco avvezze al contatto con l’estraneo.

Grazie a lui, durante una delle tante spedizioni in Amazzonia, ho avuto l’onore di conoscere il più grande sertanista (divenuto negli anni amico di famiglia) Sidney Ferreira Possuelo, esploratore, indigenista e attivista brasiliano, per anni responsabile della Funai, l’agenzia impegnata nella protezione delle tribù indigene del Brasile.

Amo fotografare e scatto un’infinità di immagini per immortalare persone, sguardi, sorrisi che rimarranno indelebili nel mio cuore; immagini che ho condiviso di volta in volta con i miei compagni di viaggio, in uno scambio reciproco di testimonianze e ricordi, senza rivendicarne la proprietà esclusiva.

Nonostante il viaggio sia per me un enorme regalo dell’esistenza è sempre accompagnato da una buona dose di ansia.

Quando mi viene proposto mi prendo un po’ di tempo per decidere.  

Si tratta di spedizioni particolarmente impegnative, a cui l’accesso è preceduto da un colloquio, una sorta di test in cui viene illustrata la tipologia di viaggio a cui si va incontro ed esaminati i possibili candidati a farne parte, poiché sono richiesti un alto spirito di adattamento verso grandi disagi a tutti i livelli, una buona salute, nervi saldi e un’ottima forma fisica.

Ci penso molto, porto già il viaggio con me. Mi metto in ascolto di quello che dentro di me si smuove all’idea di accettare. Lascio sedimentare l’insieme di sensazioni che affiorano, poi, in base a quel che resta – se più attrazione o indifferenza – decido, non trascurando le prudenti valutazioni che la mia famiglia ha fatto al riguardo.

Quasi sempre non conosco la lingua o i dialetti dei popoli che incontro, per cui devo avere fiducia:  piccoli gesti creano legami intensi e indissolubili, che superano le difficoltà linguistiche e le differenze culturali.

Ho un ottimo rapporto con il silenzio, sia della montagna che del deserto; non solo non lo patisco, ma è per me di grande beneficio. Lo considero un invito al raccoglimento, alla contemplazione, all’ascolto profondo e alla connessione con la mia parte più intima, che in mezzo a confusione e distrazioni fa tanta fatica ad emergere.

Il racconto dei miei viaggi è la fusione tra la descrizione di ambienti e popoli e la condivisione di un’esperienza vissuta intensamente, in luoghi spesso ancora sconosciuti e inesplorati, ad affrontare difficoltà e imprevisti nei quali ho spesso rischiato la vita.

Come sempre, viaggiando mi trovo a compiere due viaggi paralleli: l’uno attraverso la nazione, la natura e la gente del luogo; l’altro attraverso l’Io profondo e, ogni volta, la mia persona ne esce più arricchita, più forte e più consapevole di se stessa.”

Odina

1991 Namibia - BoscimaniNel 1991 in Namibia, in una spedizione presso i Boshimani nel deserto del Kalahari – la cui guida era lo scienziato sudafricano Louis Liebenberg, studioso di Art of tracking – ho incontrato John Marshall, figura seminale dell’antropologia visuale americana.

1997 Etiopia Erta AleNel 1997 faccio parte di una spedizione al vulcano Erta Ale, in Dancalia (Etiopia), organizzata da Argonauti Explorers.

Con me (unica donna), gli altri partecipanti furono Claudio Pozzati (capo spedizione e presidente di Argonauti Explorers), Maurizio Leigheb (etnologo, documentarista, autore di oltre un centinaio di documentari su vari Paesi, civiltà ed etnie, ma soprattutto gran viaggiatore e studioso di altri universi culturali) accompagnato dal suo operatore, Andrea Turri, Paolo Pieroni (guida alpina della Valle D’Aosta), Luca Lupi (vulcanologo, viaggiatore ed esploratore, fotografo, scrittore e divulgatore scientifico, ricercatore storico-geografico, considerato il massimo esperto multidisciplinare della regione africana della Dancalia), i vulcanologi Mauro Rosi e Mauro Coltelli.

2012 Sud SudanA dicembre 2012 sono stata in Sud Sudan con il dott. Roberto Pattarin,  profondo conoscitore di questo splendido Paese, per collaborare ai progetti umanitari da lui avviati da molto tempo.

1999 Brasile Matis e KoruboNell’agosto 1999 sono in Brasile, in Amazzonia, nella Vale do Javari, con Maurizio Leigheb per incontrare i Matis e i Korubo, da poco contattati da Sydney Possuelo – esploratore, indigenista e attivista brasiliano, allora capo del Dipartimento degli Indios isolati del Brasile – che in questa occasione conosco.

2011 Brasile Enawene NaweNel 2011 sono in una spedizione nello stato del Mato Grosso, in Brasile, presso la popolazione degli Enawene Nawe.

Tra i partecipanti  Aldo Pedretti, professionista della comunicazione visiva che, attraverso i suoi filmati, ha raccontato esperienze di viaggi.

Taccuino di viaggioDal viaggio nel 1990 in Namibia, presso la popolazione Himba e da un secondo viaggio, svoltosi alla fine del 1994 in Etiopia, presso la tribù dei Suri, Mostra sguardi africanisono nati un “Taccuino di viaggio” – racconto in immagini – e una mostra fotografica.

Libro Isolati del BrasileAl materiale fotografico ed etnografico reperito durante le spedizioni in Brasile, nello stato del Pará e nello stato di Amazonas, Vale do Javari, le antropologhe Francesca Pregnolato e Silvia Zaccaria hanno dato forma cartacea ed è diventato un volume dal titolo “Matis, Zo’é, Korubo. Dal corpo al cosmo – Isolati del Brasile e antropologia della reciprocità” (Costa & Nolan).

CCMDal 2011 sostengo attraverso mostre fotografiche la campagna “Sorrisi di madri africane” lanciata dal CCM (Comitato Collaborazione Medica) per progetti umanitari in Sud Sudan.

Libro Nel magico mondo delle montagne pakistaneDalla spedizione in Pakistan nell’autunno del 2017 nasce il libro “Nel magico mondo delle montagne pakistane” edizioni Hever.

“Questo libro è la testimonianza della tenacia e del grande spirito avventuroso di quella piccola donna banchettese in un’impresa così azzardata, calpestando un suolo sconosciuto e sfidando le forze spietate del regno del Drago.” Un compagno di viaggi

“Nella selva amazzonica, tra le popolazioni dell’Africa, le montagne dell’Himalaya e il giardino di casa di Banchette vicino ad Ivrea. È qui che incontriamo Odina. Mossa da una curiosità ingenua, cristallina, e con la sapienza di chi già ha visto senza conoscere, si avventura per aspri sentieri, e dà giri infiniti all’anima, per ascoltare il suono dell’universo e la voce dell’Uomo, che cattura in immagini di estrema purezza. Per poi tornare al suo giardino, a piantare e sognare un nuovo volo.”

Silvia Zaccaria
(Antropologa)

Ho viaggiato e camminato molto.

Il camminare mi ha arricchito di conoscenze, esperienze e consapevolezza di me stessa, ho raggiunto luoghi impensati, ho attraversato la foresta Amazzonica alla ricerca di tribù incontattate, ho partecipato alla prima spedizione sul vulcano Erta Ale in Dancalia, sono la prima donna ad aver attraversato in un’unica spedizione due passi  il West Muztag e il Moni La sulle montagne dell’Himalaia e all’età di  78 anni, dopo essermi ammalata di covid19, ho deciso di fermarmi, di raccontare le mie esperienze, ma soprattutto le indimenticabili emozioni vissute.

Curiosità, empatia, disponibilità, collaborazione e una buona dose di sopportazione a imprevisti e sofferenza mi hanno aperto le porte verso viaggi pionieristici, con scienziati ed etnologi, documentaristi di fama mondiale e mi hanno permesso di raggiungere luoghi impensati e inaccessibili a molti da diversi punti di vista.

Così ho viaggiato con:

Etnologo, documentarista, scrittore e fotoreporter

Professionista della comunicazione visiva che, attraverso i suoi filmati, ha raccontato esperienze di viaggi

Vulcanologo, viaggiatore ed esploratore, fotografo, scrittore e divulgatore scientifico, ricercatore storico-geografico

E nei miei viaggi ho avuto l’opportunità di conoscere studiosi, scienziati, attivisti che operano in tutto il mondo.

Esploratore, indigenista e attivista brasiliano, per anni responsabile della Funai, l’agenzia impegnata nella protezione delle tribù indigene del Brasile.

Studioso di Art of tracking

Figura seminale dell’antropologia visuale americana

SPEDIZIONI, PELLEGRINAGGI, MISSIONI E VIAGGI

Sono tutti documentati da fotografie e da un diario quotidiano che testimoniano realtà che nel corso di 25 anni sono notevolmente cambiate, in Paesi in continua evoluzione e di forti instabilità politiche dove spesso le ragioni economiche predominano sul rispetto e il desiderio di conservazione di culture e etnie diverse.

 2008 – Cina – Muztagh Ata

Marzo 2009 – Egitto – Gilf Kebir

Eventi e iniziative

gennaio 2020

Odina ospite di ItaliaSì su RAI 1 Nella puntata del 4 gennaio 2020  di ItaliaSì su RAI [...]