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Agosto 1991 – Namibia: deserto del Kalahari – I Boscimani

1991 Namibia Boscimani

Il deserto del Kalahari, di oltre un milione di kmq, abbraccia Zaire, Angola, Zambia, Namibia, Botswana e Sudafrica. E’ un gigantesco deposito di sabbia, generato dall’erosione della superficie rocciosa avvenuta lungo un periodo di oltre 10 milioni di anni.

I geologi  definiscono il deserto del Kalahari la più vasta estensione senza interruzione di sabbia del mondo.

A differenza dei grandi deserti dell’Africa settentrionale, nel deserto del Kalahari namibiano possiamo trovare diversi alberi e arbusti, insieme a letti di fiumi che periodicamente tornano a scorrere.

https://www.marcopolo.tv/deserto-kalahari

Nel deserto  del Kalahari ho vissuto per due settimane con i Boscimani, cercando acqua, tuberi, cibo; seguendo le tracce degli animali; integrata nella loro vita; capace di affrontare qualunque situazione in uno stato di fiducia interiore.

In quel periodo il governo voleva inserirli in una riserva, perdendo così la loro identità.

Là ho incontrato l’antropologo John Marshall figura seminale dell’antropologia visuale americana.

In quegli anni, come conseguenza della forte amicizia con i Boscimani, si occupa sempre con maggiore insistenza della loro situazione sociale, economica e politica battendosi per il riconoscimento del possesso della terra e l’utilizzo dei pozzi acquiferi indispensabili per la sopravvivenza delle genti e del loro bestiame. I suoi film diventano per Marshall uno strumento per aiutare i nativi cercando di smontare stereotipi e pregiudizi e criticare gli interessi economici del paese che minano l’esistenza stessa di queste persone.

https://antropologiavisiva.wordpress.com/tag/john-marshall/

Lo scienziato sudafricano Louis Liebenberg era la mia guida.

Louis Liebenberg, che si è dedicato per tutta la vita a far rivivere l’arte della ricerca delle tracce degli animali, ha progettato il CyberTracker per permettere ai boscimani del Kalahari di registrare le loro osservazioni degli animali, ma questa tecnologia si è rivelata uno strumento scientifico estremamente versatile.Il CyberTracker, che può essere installato su uno smartphone o un computer palmare, permette ai boscimani del Sudafrica di selezionare icone che descrivono il comportamento degli animali.Progettato per proteggere le specie e gli ecosistemi attraverso il monitoraggio e la raccolta di dati, questo dispositivo si è rivelato estremamente versatile e oggi viene usato nella ricerca scientifica professionale o amatoriale, nell’istruzione e nell’agricoltura, oltre che per indagini socio‑sanitarie, per la prevenzione dei crimini e per portare soccorso alle vittime di calamità.

https://www.rolex.org/it/rolex-awards/applied-technology/louis-liebenberg

1991 Namibia Boscimani

I Boscimani sono un gruppo indigeno nomade di cacciatori-raccoglitori di tuberi sotto terra.

Sono infatti famosi per avere una completa e rigorosa conoscenza della flora e della fauna del Kalahari, unita a un altrettanto profondo legame con l’intero habitat naturale con il quale vivono in perfetta sintonia.

Tuttavia questo idilliaco equilibrio tra uomo e ambiente e l’ultra secolare storia del popolo sono fortemente minacciati da una serie di eventi che in tempi più o meno recenti li hanno messi in serio pericolo, tanto che si può parlare di popolazione a rischio di estinzione.

Nel 1961 quando il Botswana era ancora sotto le dipendenze britanniche, il governo anglosassone creò la Central Kalahari Game Reserve, un’ampia riserva naturale estesa su un territorio di quasi 53.000 kmq che risulta a tutti gli effetti un’area protetta nonché il secondo parco naturale più grande del mondo.

Agli inizi degli anni Ottanta, il governo intraprese un preciso progetto volto al trasferimento coatto dei membri della comunità boscimane al di fuori dei territori della riserva. Si trattò di un vero e proprio percorso di ricollocamento spaziale in campi di reinsediamento in altri luoghi dello stato.

Nonostante l’aperta opposizione indigena, nel 1997 sono cominciati gli sfratti indotti:  una vergognosa escalation di crudeltà, dalle minacce alle intimidazioni, dalle privazioni alle devastazioni, fino a tortura, violenza fisica ed esodo coatto di massa. Gli sgomberi sono terminati a quasi otto anni di distanza, con altre due ingenti operazioni nel 2002 e infine nel 2005.

I boscimani oggi tirano avanti con piccoli lavori informali, alcuni sono impiegati alle dipendenze di allevatori o agricoltori soprattutto nelle piantagioni di erbe medicinali, altri in lavori manuali e di piccolo artigianato come intrecciare braccialetti e collane. In generale all’interno dei campi di reinsediamento la situazione è avvolta da un’atmosfera collettiva di decadenza e sofferenza psico-fisica con gli indigeni spesso vittime di noia, depressione, alcolismo e purtroppo bersagliati da terribili malattie come tubercolosi e HIV.

Inoltre questo esodo è spesso coinciso con la separazione di parecchi nuclei familiari, sudivisi tra differenti accampamenti.

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Le sue frecce voleranno alle stelle

e quando gli uomini faranno il suo nome sarà udito così lontano

e troverà buona acqua, ovunque andrà troverà buona acqua

il suo occhio acuto vedrà la selvaggina dove nessun altro la vede

senza fatica seguirà le tracce sul terreno roccioso

e troverà buona acqua, a ogni campo troverà buona acqua

le ragazze più belle gli sorrideranno

e in punta di piedi andranno al suo fianco la notte

Canto dei boscimani per i bambini appena nati